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Palermo. Roberto il Guiscardo (1059-1085). Tarì datato 1072, 464 AH. D/ Legenda cufica su quattro righe; in centro globetto. (Per comando / di Roberto Duca / illustrissimo Re / di Sicilia). Legenda cufica marginale. (Nel nome di Dio fu coniato questo dinar di Sicilia, l'anno 464. R/ Legenda cufica su quattro righe; in centro globetto. (Non v'ha divinità / se non Dio / Maometto è l'apostolo / di Dio ). Legenda cufica marginale. (Maometto è l'apostolo di Dio, inviato da lui (a dare) il buon indirizzo, (recare) la vera religione e farla trionfare sopra ogni altra). Sp. 1; Travaini 1995 61; D'Andrea-Andreani 26. AU. 1.01 g. 12.50 mm. RR. Bel BB. Dopo essere divenuto nel 1059 vassallo diretto del Papato ottenendo da Papa Nicolò II l'investitura a duca di Puglia, Calabria e della Sicilia, Roberto aiutò il fratello Ruggero a conquistare quest'ultima, ancora sotto il dominio musulmano. Solo nel 1072 con la presa di Palermo, placate le rivolte bizantine della zona peninsulare, Roberto liberò la Sicilia dai saraceni. Subito dopo la conquista Roberto provvide a riaprire la zecca e fece battere una moneta d'oro di tipo prettamente musulmano paragonabile per peso al quarto di dinar. Per quanto alcuni autori attribuiscano la stessa a Ruggero I, il Lagumina, lo Spinelli e lo Spahr la attribuiscono al Guiscardo per la chiara lettura del nome e del titolo di Re (malek) che, come riferisce Sambon (Repertorio pag. 149) deve essere interpretato in una maniera più vaga rispetto al suo significato latino.
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